Proposta operativa per il TPL nel Vallo di Diano

Questa è la proposta operativa per la Strategia delle aree interne per il Vallo di Diano che il Comitato presenterà domani a Padula.
 
Il rilancio dello sviluppo della Campania passa anche per il Vallo di Diano che è lontano dai grandi centri e quindi dai servizi. E' vostro obbligo raccogliere le sollecitazioni del territorio e porle al centro del dibattito politico e culturale. La tutela del territorio funziona solo quando è promossa dalla popolazione che sta in quel territorio, che se ne sente parte e custode. 

Ora abbiamo una grande chance per valorizzare il policentrismo e la diversità culturale del Vallo di Diano. La nostra visione di ferrovia si esprime in possibilità di sviluppo, attrattività del territorio, voglia di starci, ragione di viverci e investirci vita e risorse. Serve un progetto di riqualificazione del Vallo di Diano non solo nei trasporti, ma anche negli altri servizi essenziali come scuola, sanità, giustizia, ambiente, sicurezza . Il fenomeno del declino del Vallo di Diano si è manifestato con lo spopolamento, con l'abbandono delle terre agricole, abbandono dei pascoli, l'invecchiamento della popolazione.
Siamo in un territorio sospeso tra pericoli ed opportunità. Noi vogliamo un'azione per il Vallo di Diano, dobbiamo essere premiati, non dimenticati e ricordati forse quando ci sono le catastrofi. Il nostro patrimonio intellettuale deve rimanere sul territorio. Il Vallo va visto dall'interno, non da Napoli o da Roma. La capacità di attrazione è correlata alla capacità di offrire servizi di base. E' solo la politica economica che può modificare il destino del Vallo, le politiche pubbliche possono fare la differenza. I fondi comunitari 2014-20, sono uno strumento di attivazione e propulsione ai fondi ordinari, da usare non solo per il porto di Napoli o per la metropolitana di Napoli, ma anche per la nostra ferrovia, che anche se distante da Napoli, ricade in un territorio che è ancora Regione Campania. La zonizzazione della Campania nella ripartizione delle risorse economiche è la causa del sottosviluppo di un territorio troppo lontano dai palazzi del potere. Viviamo forse in un'area sfigata? Siamo cittadini di serie B? La conoscenza di chi vive i territori è essenziale. Questo problema di rarefazione dei servizi va affrontato e risolto. Bisogna riequilibrare la distribuzione della popolazione sul territorio, solo la presenza costante della popolazione sul territorio può salvaguardare i servizi, le imprese e il territorio stesso. Bisogna ricostruire un rapporto fiduciario tra i comuni e gli enti centrali. Si vive in un posto se ci si sta bene. Dobbiamo essere competitivi, dobbiamo far venire la voglia di venirci a vivere. La forte diversificazione naturale, climatica e culturale del Vallo di Diano e il suo accentuato policentrismo costituiscono un tratto distintivo della nostra Regione, siamo distanti da centri di agglomerazione e di servizio ma al tempo stesso dotata di risorse che mancano alle aree centrali con elevato potenziale di attrazione. Abbiamo bisogno di un modello economico e sociale coeso, che sappia assicurare un modello di vita competitivo con quello offerto dalle grandi aree urbane e sia aperto ai contributi esterni. La ferrovia fa parte di questo modello. Una valorizzazione adeguata del Vallo di Diano può consentire nuove, significative opportunità di produzione e di lavoro. Bisogna dare forza, riconoscimento e propulsione a ciò che è già in corso; bisogna promuovere una visione culturale della straordinaria qualità di vita che il Vallo di Diano e il Lagonegrese possono assicurare. Solo un forte coordinamento fra Governo, Regione Campania e Basilicata, prevedendo un ruolo centrale dei Comuni, può far raggiungere questo risultato. Bisogna trovare il modo di far rimanere i giovani sul territorio, è l'ostacolo più grande da superare. Ma come far stabilire i giovani sul luogo?
L'unico sistema è fornire lavoro a loro. La competitività del comprensorio dipende moltissimo dalla sua qualità e dalla sua vivibilità, dipende moltissimo dai sistemi di trasporto pubblico che deve essere efficiente e adeguato ai livelli di accessibilità necessari per le diverse aree. Visitando le città europee, grandi e non, si ha netta la sensazione che più che tagliare bisognerebbe investire nuove risorse per rendere le nostre città e metropoli più simili a quelle in termini di infrastrutture, di quantità e qualità dei servizi erogati. E' certamente difficile proporre investimenti in un Paese in crisi che sta tagliando per sopravvivere; ma la crisi non è solo italiana e può essere una opportunità per attivare meccanismi virtuosi, tagliare costi inutili e sprechi, reperire risorse in altri modi. Il problema dell’efficientamento e più in generale della riduzione del rapporto tra i costi di produzione del servizio e i ricavi ottenuti dalla sua vendita deve essere raggiunto con interventi di pianificazione integrata trasporti-territorio atti ad aumentare da un lato le prestazioni del TPL e dall’altro la sua efficacia come sistema e la sua capacità quindi di competere, efficientamento in termini di integrazione gomma ferro, cioè di una progettazione integrata che eviti le sovrapposizioni e ottimizzi i servizi di adduzione. Da sempre il trasporto quale servizio di congiunzione tra i diversi luoghi ha rappresentato una opportunità di crescita delle popolazioni. E la crescita è stata maggiore quanto maggiori sono state le reti di collegamento a disposizione. Se si osserva lo scenario del Vallo questo concetto sembra si sia dimenticato. Le dorsali ferroviarie costituiscono il primo reale contributo allo sviluppo socio economico della popolazione. Non stiamo parlando di una ferrovia che non esiste ma di una ferrovia che è stata strappata al territorio, il Vallo di Diano che dista 70 km dal terminale dell’UNICA grande opera infrastrutturale NAZIONALE, nell’ultimo trentennio ,l’Alta Velocità ferroviaria TORINO-SALERNO, in competizione con il trasporto aereo. Il Vallo di Diano NON può continuare a permettersi l’ISOLAMENTO FERROVIARIO dal resto della Nazione, differenza del Cilento attraversato da Battipaglia a Sapri dalla ferrovia che lo collega, direttamente, con la stazione di SALERNO e con il resto d’Italia e d’Europa. Le coincidenze con i Treni ad Alta Velocità, NON possono essere assicurate con autobus interurbani che devono raggiungere la stazione ferroviaria, in pieno centro. L'attività del trasporto FERROVIARIO, di conseguenza, costituisce la spina dorsale dello sviluppo regionale ed in questa logica deve essere sostenuto dalle scelte che la politica si trova ad operare in questi tempi. La redditività di una linea si misura non solo dalle frequentazioni o dalla comparazione costi/ricavi sulla tratta interessato. Vanno valutati i risvolti sociali di questi servizi resi alla collettività e assicurarli soprattutto a chi come noi è rimasto a presidiare un territorio interno e svantaggiato. Ci dev'essere dato ciò che ci spetta come previsto dall'ultimo Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Salerno e dal Piano Territoriale Regionale del 2006 e citando quanto scritto sulla raccolta di norme della Comunità Europea sui trasporti : “L'integrazione dello spazio europeo si realizza attraverso il diritto alla mobilità per tutti...i trasporti rivestono in effetti una dimensione sociale e di coesione, grazie alla riduzione delle disparità regionali, alla rottura dell'isolamento e all'accesso alla mobilità per le persone con disabilità”, che è garantita ,oggi, SOLO dal trasporto ferroviario. La Regione Basilicata ha mostrato fattivamente l'interesse alla riapertura della tratta. Ora tocca alla Campania. La nostra proposta operativa di trasporto pubblico locale nel Vallo di Diano prevede la possibilità di collegare il punto più alto di ogni paese con il fondo valle e grazie all'autoservizio sostitutivo con Lagonegro e Buccino FS da cui si prenderebbero le coincidenze sia verso Potenza che verso Salerno. Stiamo parlando di 8 coppie di bus in partenza e in arrivo giornalmente con coincidenze treno o bus entro i 10 minuti. Tutti i collegamenti verso la fondo valle verrebbero effettuati dalle ditte territoriali del tpl, dando quindi la possibilità, preservando l'autoservizio sostitutivo al treno di Trenitalia SpA, di raggiungere il punto più alto di ogni paese per ben 8 volte al giorno, idem per raggiungere Salerno, Potenza o Lagonegro. Una vera rivoluzione della mobilità interna al Vallo di Diano e una grande opportunità per il territorio. Nel nostro piano sono previste due corse veloci dell'autoservizio sostitutivo per diminuire il tempo d'attesa dei viaggiatori, con corse dirette da Montesano e Sala C. che attesteranno sempre a Buccino FS per rendere possibile il collegamento intermodale con un treno regionale veloce che fermerebbe solo a Battipaglia-Salerno-Napoli. Inoltre da Buccino FS dovrebbe partire un bus diretto all'Università di Salerno. Per quanto riguarda il trasporto delle scolaresche interne al comprensorio si dovrebbero istituire delle autocorse esclusive al trasporto scolastico seguendo quelle che sono le reali esigenze degli studenti in termini orari e itinerari. La nostra proposta operativa prevede 1.500.000 km/bus/anno di cui 1.100.000 km fatte dal tpl e 400.000 km dall'autoservizio sostitutivo di Trenitalia SpA, per un costo totale di circa 3 milioni di euro l'anno, più 300 mila euro per i bus verso l'università e per il trasporto scolastico interno. Ricordiamo inoltre che i km/bus che si effettueranno annualmente a livello provinciale sono 24.467.453, al Vallo di Diano ne servono 1.500.000 (solo il 6% del totale), mentre il corrispettivo annuo è di 49.586.310 euro, per il Vallo di Diano si spenderebbero al max 3.300.000 euro. Insomma una goccia nell'oceano. Una soluzione operativa - da sottoporre presumibilmente alla Regione Campania che ha già previsto l'eliminazione dell'autoservizio sostitutivo o in alternativa alla Basilicata, in attesa della soluzione ideale che è il treno, con collegamenti ecologici, economici e veloci.