Il punto della situazione sulla Sicignano-Lagonegro: intervento di Giuseppe Verga

La rivalutazione economica dello studio di fattibilità commissionato dalla Regione Campania nel 2007 ad una società di progettazione privata, per un costo di 180 mila euro, che prevedeva per il miglior scenario di riattivazione della linea un costo di circa 400 mln di euro, a fronte dei 51 mln previsti da uno studio FS nel 1999, è conclusa ed ora è nelle mani degli AD del Gruppo Ferrovie Italiane. Nonostante il forte ritardo a breve ce la dovrebbero consegnare, anche se come abbiamo dichiarato nei mesi passati, la contesteremo perchè il problema è legato proprio allo studio, gli accordi erano altri e sono stati disattesi.

Si era parlato di uno studio di fattibilità vero e proprio e non di una valutazione parametrica basata su rilevamenti di sette anni fa. Serve un lavoro completo, serio e approfondito se si vuole effettivamente mettere mano alla linea. Pertanto il nostro obiettivo è quello di proporre al Ministro Lupi la realizzazione di un progetto immediatamente cantierabile sul primo tratto fino a Polla, di 28 km, da realizzare nei tempi più brevi possibili. Tra l'altro a Polla c'è anche una stazione aperta e funzionante, il che non comporterebbe problemi di sistemazione della struttura. Dopo il convegno del 6 gennaio a Sicignano, voluto dall'Assessore provinciale ai trasporti Michele Cuozzo, in seguito anche alla delibera provinciale pro ferrovia, n'è uscita la disponibilità della Regione Campania, nella persona dell'assessore ai trasporti Vetrella, di confrontarsi al Ministero dei Trasporti alla presenza anche della Regione Basilicata sulla riapertura della tratta ferrata. Auspichiamo che sia vero quanto detto da Vetrella, il quale ha consigliato agli amministratori locali di inserire la riapertura della ferrovia in un progetto ancora più ampio di sviluppo territoriale. Indubbiamente sarebbe interessante capire come la classe dirigente locale vorrebbe far sviluppare il Vallo, in un'ottica di comprensorio, come comunità. Paradossalmente il problema non è trovare i fondi per la realizzazione dell'opera, quanto quello gestionale – dice Vetrella. Noi diciamo che questi costi sarebbero una goccia nell'oceano di euro che la regione ogni anno spende per il tpl, facilmente giustificabili in quanto contribuirebbero senz'altro all'uscita dal default economico che ci opprime da anni. Ogni anno vengono spesi più di 4 milioni di euro di soldi pubblici per reggere il sistema di trasporto pubblico interno al Vallo e per Salerno/Napoli, corrispettivi economici che la regione e la provincia concedono alle aziende di trasporto su gomma e per l'autoservizio sostitutivo. Non c'è bisogno di fare valutazioni sull'efficienza, sono i fatti a parlare. Una nostra stima - grazie al supporto e alla consulenza di tecnici e specialisti del settore - quantifica in 1 milione e mezzo di euro all'anno, la risorsa necessaria a collegare la parte più alta di ogni paese con le stazioni del Vallo per ogni treno in arrivo o in partenza, creando quindi anche un sistema di mobilità interno al nostro territorio. Gli euro rimanenti già potrebbero essere utilizzati per sostenere il treno, senza alcun corsa di autobus di linea da e per Salerno-Napoli. Una scelta netta a favore del trasporto su ferro, come avviene nel resto d'Europa. Un piccolo esempio di ottimizzazione delle risorse ed miglioramento dei servizi. Dopo l'AV, la recente notizia dell'inserimento dell'aeroporto di Salerno tra quelli nazionali rafforza la necessità di collegare su ferro il Vallo di Diano con Salerno. Sarebbe del tutto inutile avere questi due grandi servizi a 100 km e non metterli in rete con un collegamento ferroviario con il nostro territorio. Anche perchè a breve il tpl in campania sarà stravolto e tra l'altro gli autoservizi sostitutivi al treno, purtroppo, non saranno più inclusi nel contratto di servizio tra Regione e Trenitalia, pertanto vedremo dei consorzi provinciali di aziende di trasporto su gomma che si spartiranno i km di territorio della nostra regione. Questa è una situazione da evitare e che il Comitato contesta con forza perchè significa cancellare la tratta ferroviaria dall'orario ufficiale Trenitalia e togliere il servizio pubblico. In vista ci saranno soltanto ulteriori disagi, basti pensare che l'Amministrazione Comunale di Salerno, giustamente, creerà un'autostazione all'Arechi per evitare l'ingresso in città dei bus, invitando quindi i pendolari all'uso del treno metropolitano, questo significa che chi proviene dal Vallo di Diano dovrà fare un trasbordo bus/treno metropolitano con un inevitabile aumento del tempo per raggiungere Salerno e Napoli. Ci vorrà di meno per la tratta Salerno-Roma che per quella Sala Consilina-Salerno. Forte e continuo è il nostro impegno nell'instaurare rapporti diplomatici con rappresentanti istituzionali potenzialmente utili a dare un contributo alla riattivazione della linea, da notare che la maggior parte di loro non hanno fatto passerelle nei nostri paesi. E' questa la strada giusta: dare il proprio contributo concreto e non soltanto mediatico, perchè chiunque può promettere la riapertura per la ferrovia, ma poi farlo è un'altra cosa. Inoltre il Comitato dopo tante strumentalizzazioni vuole evitare che si illudano i cittadini, che a furia di sentir parlare di 'riattivazione' e non vedere risultati immediati possono sentirsi presi in giro. Meglio lavorare in silenzio e senza proclami per portare a risultati visibili. Pertanto invitiamo fin da ora ai futuri candidati politici, locali e non, che non hanno mosso un dito per la nostra causa ad avere il buon senso di tacere sulla Sicignano/Lagonegro, perchè di parole al vento ne sono state spese fin troppe negli anni ed ora è il momento dei fatti. Ogni forma di strumentalizzazione della nostra battaglia sarà prontamente contrastata. E' il momento di utilizzare le risorse umane ed economiche per far rinascere la nostra terra e questo dovrebbe essere un impegno orizzontale da parte di tutta la classe politica, indipendentemente dalle bandiere, puntando ad una filiera istituzionale efficiente che abbia come obiettivo la creazione dello sviluppo, investendo sulla valorizzazione dei beni culturali e naturali, incrementando quindi il turismo, e sul mondo dell'industria per creare nuovi posti di lavoro ed evitando quindi lo spopolamento di un'area troppo bella per diventare deserto. Anni fa sono stati persi 300 posti di lavoro con una piattaforma logistica della multinazionale del mobile IKEA, che non si è stabilita nella zona industriale di Polla, parallela alla ferrovia, perchè non era possibile trasportare il legname su ferro, a costi molti inferiori rispetto al trasporto su gomma. Nella coscienza che il problema della riattivazione della linea è chiaramente politico, l'amore per il Vallo di Diano permetterà a noi semplici cittadini di impegnarci sempre di più per cercare di raggiungere questo grande obiettivo.


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